Troppo spesso incontro clienti ed amici che si trovano alla fine della loro relazione e decidono di separarsi ma restando nella stessa casa. Ci sono alcune situazioni in cui possiamo lasciare il nostro coniuge e prendere le nostre valigie per andare altrove e ricominciare una “nuova vita”.
Problemi economici in generale, i prezzi delle case o la paura di ferire i bambini possono farti immobilizzare in una condizione di vero e proprio stallo! Non è questa una motivazione per cui stai decidendo di vivere in questo modo, per amore dei bambini? I bambini non devono essere ingannati e senza dubbio hanno necessità di situazioni chiare e trasparenti, per vivere la loro giusta vita serenamente.
Pochissime sono le persone, come amici o familiari che possono accogliere in casa una persona separata, meno ancora se ci sono i figli e poi c’è l’educazione dei bambini che rende tutto più complesso!
Certamente si devono fare i conti con la consapevolezza, la pazienza e l’organizzazione, perché può richiedere un po’ del tempo prima che “l’altro” trovi una casa, se ovviamente sei tu il proprietario della casa coniugale, altrimenti la cosa può essere rigirata su te stesso oppure, semplicemente trovare un accordo per la vendita della casa coniugale.
Dopo aver fatto una valutazione per la vendita e trovato “un accordo” non rimane che continuare momentaneamente a vivere sotto lo stesso tetto da separati! Tutto questo con la difficoltà di reperire appartamenti abbastanza vicini l’uno all’altro per i bambini, possibilmente restando nella zona dove i figli in qualche modo si sono già ambientati!
Altre persone invece, decidono di continuare a vivere insieme, accettando il crollo della loro autostima, coppie separate che vivono sotto lo stesso tetto e che non vogliono muoversi e continuano e continuano “ad autogiustificarsi” e a procrastinare una decisione. Che errore!
I loro pensieri saranno: “Ora non è il momento di fare sconvolgimenti” oppure “Quando avrò quella promozione…” oppure “Quando avrò un lavoro…” oppure “Quando mio figlio sarà più grande…” oppure “Quando troverò un altro partner…” oppure “Quando troverò un casa giusta…”.
Non credo che rimanere in questo stato di fatto e di comodo sia veramente stimolante e positivo per noi individui, anche perché, probabilmente la coppia che rimane assieme per forza, automaticamente cade nell’odio o ancora peggio nell’indifferenza reciproca! E i nostri figli come vivranno questi esempi, nella costruzione del proprio sé? Malissimo purtroppo!
La soluzione potrebbe essere un piano di separazione sano ed equilibrato che possa far “uscire” dal matrimonio, entrambi i coniugi con intelligenza, con un piano genitoriale condiviso. In questo momento di transizione necessario ma non permanente, occorre avere chiarezza e consapevolezza e non agire come se nulla fosse accaduto, dobbiamo essere pienamente consapevoli della situazione, al fine di vivere meglio (gli accadimenti apparentemente negativi sono i migliori insegnamenti della vita, ma purtroppo ce ne rendiamo conto sempre dopo!).
E’ necessario aspirare anche a mantenere il rispetto per l’ex partner, sia per la vita vissuta prima di ora, sia per i bambini, questo mi sembra veramente una regola di base.
Riassumendo, agire da adulto responsabile. Tutti noi, quando arriviamo ad un cambiamento, reagiamo affermando: “io ne ho abbastanza”, “non voglio più piangere”, “voglio cambiare”, “ora mi rimetto a dieta e torno a ballare”, ma se prima non percorri la strada della consapevolezza rischierai soltanto di ritrovarti più a terra di prima! E’ come voler correre senza saper camminare!
Poi verrà il momento di spiegare ai bambini che la loro mamma e il loro papà non si amano più come coppia, ma non ha nulla a che fare con loro, essi saranno sempre nel cuore dei loro genitori, ma che avranno certamente due case.
E tu, saresti capace di vivere da separato in casa? Dimmelo nei commenti.
Ciao, io sono separato in casa da 2/3 mesi, inizialmente ho pensato di trasferirmi in tavernetta, ma non l’ho fatto per le mille paure di bambini ecc. La situazione economica non aiuta anche perché la mia ditta sta fallendo. Mi sono reso conto però che ero io che prendevo tempo e la paura dei figli e del loro danno psicologico mi bloccava. Oggi ho scelto e deciso di cambiare vita, cambiare mestiere e fare quello che ho sempre voluto fare, così ho trovato una soluzione che credo funzioni, ho trovato lavoro non vicino a casa, per questo sono obbligato a stare 6 giorni via a 1 a casa, io e mia moglie iniziamo ad avere un approccio di distacco anche grazie la distanza, le bambine sanno che io sono fuori per lavoro e io stesso sto bene sapendo di fare 1 giorno a settimana il papà forse meglio di come facevo prima. Vorrei sottolineare che ho sempre voluto essere un padre presente, che fa fare i compiti e va a prendere a scuola i propri figli, che le porta a mangiare la pizza anche da soli e che adora raccontare la storia prima di dormire, quindi la mia scelta di non vederle per 6 giorni ogni settimana è veramente difficile, ma è il meglio per loro e per noi, credo che non lasciare la casa limiterebbe anche mia moglie a rifarsi una vita, a crearsi opportunità, abbiamo 32 e 33 anni e la vita va avanti, abbiamo vissuto una bellissima storia che ormai è finita, ma non vuol dire che ce ne sia una altrettanto bella, ci vogliamo bene ma l’amore è un’altra cosa, il rimanere sotto lo stesso tetto limita entrambe e non ci fa vivere la vita che vorremmo. In questi casi ci va consapevolezza e intelligenza, buttare via la rabbia e il rancore, usare solo l’amore per se stessi e per gli altri volendo il bene di tutti, anche per la persona che non ami più!
Carissimo Andrea,
I miei complimenti per la saggezza e la maturità dimostrata. Hai sicuramente ritrovato il tuo equilibrio e benessere interiore che ti consentirà di essere un buon padre, anche se non vedi tutti i giorni le tue figlie! Non basta la quantità del tempo per trasmettere ai figli degli insegnamenti ed amore, serve condividere del tempo di qualità! E tu lo stai facendo!
Un abbraccio,
Pierluigi D’Alessio