“L’amor che move il sole e l’altre stelle”: è l’ultimo verso del “Paradiso” della Divina Commedia di Dante Alighieri, che riassume in poche parole l’importanza e la grandezza del sentimento d’amore e, al solo sentirlo, ci fa sognare.
Più o meno apertamente o segretamente tutti aspiriamo a realizzare nella vita una bella storia d’amore.
Innamorarsi resta sempre uno dei più belli eventi che ci possano capitare. Interessante è anche il mistero dello stato di innamoramento: gli scienziati, nonostante la conoscenza degli ormoni e delle sostanze che il corpo scerne quando siamo innamorati, non sono mai riusciti a indurre l’innamoramento in un essere umano, somministrando al corpo la combinazione di quelle sostanze.
Questo ci fa chiaramente capire la natura misteriosa dell’amore, e la conseguente impossibilità di controllarlo in qualche modo. Non a caso si dice “Ha perso la testa” parlando di qualcuno davvero innamorato.
L’amore quindi ci mette di fronte all’ignoto. In più, l’amore ci cambia. Non esiste nessuno che non sia cambiato venendo in contatto con l’amore.
Idealmente, tutti lo sospirano, questo stato di grazia. Ma in pratica le cose, lo sappiamo tutti, non vanno così lisce. Le pene d’amore sono proverbiali per l’entità di sofferenza in grado di infliggere.
L’amore è un sentimento estremamente piacevole, ma può essere anche pieno di contraddizioni, proprio perché tocca le parti di noi intime e profonde.
Innesca le emozioni varie che tendono ad essere molto intense e di conseguenza difficili da gestire. Spesso la difficoltà di gestire le emozioni è così tanta da risultare dolorosa.
Così abbiamo la combinazione di tre fattori che terribilmente spaventano un essere umano: l’ignoto, il cambiamento e il dolore.
L’amore ci attrae esattamente quanto ci fa paura.
Filofobia è il termine che sta a significare la paura di innamorarsi, amare e stabilire una relazione duratura appagante. Le persone che ne sono affette sono molte di più di quanto si possa immaginare perché può essere ben nascosta da comportamenti insospettabili. Ed è molto complessa perché coinvolge un’altra persona (anche se può essere generalizzata a più persone o contesti come familiari, amici e via dicendo); nel mondo relazionale ogni partecipante è direttamente influenzato.
In realtà, non si ha paura dell’amore, ma si ha paura delle conseguenze dell’amore. Si ha paura di soffrire per non poter gestire le proprie emozioni e le situazioni che ne derivano.
Come tutte le paure, si sviluppano inconsciamente le modalità comportamentali di difesa, che tentano a proteggerci da quello che temiamo come esperienza dolorosa, sfuggendo in questo caso all’esperienza di amare.
Eccone alcuni:
– si diventa cinici nei confronti dell’amore e non ci si lascia neanche avvicinare, in pratica si rinuncia;
– si trovano solo i partner irraggiungibili (impegnati, lontani fisicamente…), con i quali quindi non è possibile approfondire il rapporto;
– al partner con il quale si ha una relazione si cercano continuamente i difetti, che giustificano il mancato coinvolgimento nel rapporto;
– con il partner con il quale si ha una relazione si innescano continuamente i litigi, in modo da indurlo a interrompere la relazione;
– nel corso del corteggiamento o della relazione ci si tira indietro continuamente e sistematicamente: si fa un passo in avanti e due indietro in modo che sia impossibile l’evoluzione del rapporto;
– ci si impegna seriamente con la persona della quale non si è realmente innamorati;
– ci si limita esclusivamente alle relazioni di solo sesso;
– appena ci si accorge di trovarsi davanti al partner in grado di suscitare il coinvolgimento, si interrompe qualsiasi contatto;
– ci si tiene a distanza formale o amicale, senza permettere di superare la distanza;
– si è apertamente ostili proprio verso la persona che ci attrae e suscita l’amore.
Quali possono essere i motivi di filofobia? Diversi, a partire dalle esperienze dolorose nell’infanzia per arrivare alle classiche rotture delle storie d’amore vissute in qualsiasi età (dall’adolescenza all’età matura).
Alla base di paura di amare ci sono sempre i pensieri disfunzionali che innescano l’emozione negativa.
È difficile riuscire ad individuare chiaramente il pensiero che innesca l’emozione. Spesso si tratta di pensieri appresi durante l’infanzia e ripetuti così spesso da sembrare delle verità ovvie.
Intendiamoci, quei pensieri avevano le buone ragioni di essere ed erano utili una volta; forse ci sono state delle ragioni oggettive per avere paura dell’amore (pensiamo solo alle violenze, agli abbandoni, alle tragedie, a un genitore emotivamente assente o freddo…), il problema è che oggi la situazione è cambiata e il pensiero è rimasto lo stesso.
Lo stesso vale per le rotture delle storie d’amore, in cui avremmo voluto più di ogni altra cosa rimanere nella relazione. Oppure nel caso in cui il partner che abbiamo amato muore e lo perdiamo in questo modo. Oppure nel caso di un tradimento subìto. I pensieri che possono girarci per la testa riguardanti la nostra interpretazione dell’accaduto possono essere infinitamente vari.
Ma per uscirne fuori e permetterci di tornare a rischiare lasciandoci andare all’amore per goderne di nuovo di innumerevoli benefici e delizie che possa regalarci, dobbiamo cominciare ad affrontare la paura. Non c’è altro modo. Un percorso di crescita personale può essere d’aiuto, come anche un sostegno individuale specifico, non importa se attraverso la psicoterapia, coaching o altro approccio: l’importante è cominciare. Poi, strada facendo il percorso si crea.
Meritiamo l’amore. Permettiamocelo.
E tu? Come te la cavi con le relazioni d’amore?
Dimmelo nei commenti. Ma prima guarda questo trailer del bellissimo film “La paura d’amare” del 1991: è la storia d’amore fra Frankie e Johnny, lui chef appena uscito di prigione e lei bellissima cameriera single e disillusa, entrambi impiegati in una tavola calda a Manhattan. Lui si innamora immediatamente di lei ma la paura di Frankie di rimanere coinvolta in una relazione impegnativa le impedisce di cedere alle pressioni di Johnny che cerca però di conquistarla in tutti i modi
Ciao, io non ho paura di amare ma un terrore che il partner mi possa prendere in giro e utilizzandomi solo per sesso.
Marica
Ciao Marica,
Grazie per aver condiviso con noi una parte così intima di te come lo è una paura (il terrore è una delle sue sfumature, di intensità molto elevata). Il tuo commento evidenzia una problematica che sottolineo sempre nei corsi live di autostima: la nostra impossibilità di cambiare gli altri e la conseguente frustrazione che può generare in noi provocando svariate emozioni (in questo caso una paura molto forte). L’unica persona su cui possiamo influire siamo noi stessi. E quanto alle paure, vanno affrontate: è l’unico modo per liberarsene.
Non so in quale modo questa paura influenza il tuo comportamento, i modi possono essere tanti. Rinunci del tutto alle relazioni? Entri in una relazione, ma sei costantemente diffidente? Il tuo aspetto fisico è assessuato o al contrario centrato sulla sessualità? Litighi spesso col partner? Gelosia contrassegna il rapporto che instauri? Hai difficoltà a vivere goiosamente il lato sessuale del rapporto? Punti solo sui partner cui sessualità è soffocata? Qualsiasi cosa sia, tocca a te esplorarla. Spesso dietro una paura si nasconde qualcos’altro, per esempio, la paura/ferita dell’abbandono, che va affrontata per poter proseguire nel percorso della liberazione. Le paure esistono per essere superate, e tu ce la puoi fare. Ti può aiutare un libro, un corso (da quelli di autostima a quelli più specifici), una figura di sostegno (amica/o, coach, psicologo, counsellor, psicoterapeuta, anche la semplice autoesplorazione…l’importante è cominciare, non importa da dove).
Spero di essere riuscita a cogliere lo spirito della tua osservazione.
Fammi sapere, un abbraccio!
Danijela
Salve, anche io ho paura di iniziare una relazione perché ho paura che lasciandomi andare alle emozioni gli altri mi possano fare del male. Inoltre ho un carattere rigido e un alto senso della moralità a causa di una educazione rigida ricevuta da uno dei genitori e ciò peggiora la situazione. Ho sempre il bisogno di controllare tutto per stare “bene”, non mi lascio andare alle emozioni per via del carattere rigido,non so gestire le mie emozioni,non so comunicare bene con gli altri e quando devo prendere decisioni da sola spesso ho sensi di colpa. Tutto e’ legato ai miei traumi infantili (ferita da tradimento e abbandono). Sono davvero triste per questi problemi. Quali libri mi consigliate di leggere per iniziare a cambiare? Come posso lavorare sul carattere rigido per avere un equilibrio con me stessa senza giudicarmi e lasciandomi andare nell’esprimere me stessa?
Inoltre, è bene continuare a vivere con i genitori o quanto prima vivere fuori casa?
grazie, buona giornata a tutti voi.
Ciao Antonella, molto coraggioso da parte tua essere riuscita a guardare con sincerità la realtà di come stanno le cose al momento, non è facile. Questo è il primo ed il più importante passo per poterle cambiare.
Innanzitutto, è bene ed auspicabile vivere fuori casa dei genitori quanto prima nella vita. Primo, perché è naturale seguire il corso dell’evoluzione, e l’evoluzione accade solo se ci mettiamo temporaneamente in difficoltà (in alcune culture e nel mondo animale sono gli stessi genitori che “spingono” fuori la prole). Finché restiamo a casa con i genitori, ci tratteniamo nel ruolo del figlio…e non cresciamo fino al ruolo dell’adulto. Secondo, perché nel caso tuo hai evidenziato chiaramente nello stile comportamentale ed educativo dei genitori la fonte di quello che oggi evidenzi come problematiche che ti impediscono di realizzare una felice vita sentimentale. Rimanere nell’ambiente che ha creato una certa problematica non fa altro che perpetrare e rinforzare, cronicizzare, questa problematica.
Sono d’aiuto praticamente tutti i libri sulla crescita personale e psicologia, in quanto ciascuno di loro tocca uno o più delle problematiche che hai evidenziato; ma anche la narrativa è molto efficace, perché un racconto o romanzo possono stimolare la riflessione e il cambiamento interiore, per così dire a nostra insaputa, riuscendo a “bypassare” le nostre difese e le resistenze mentali al cambiamento.
Nella scelta dei libri da leggere affidati al tuo intuito, e questo è contemporanemente un ottimo esercizio per distaccarsi dalla rigidità mentale. Scegli di volta in volta un libro da leggere soltanto perché ti attrae, e non perché te lo ha detto qualsiasi tipo di autorità
Un’altro consiglio che mi sento di darti è di iniziare a partecipare ai corsi e workshop esperenziali, da quelli di autostima a quelli di artiterapie o altre tipologie di stimolanti esplorazioni di se stessi. Il gruppo in sé è una grande risorsa dove è possibile confrontarsi e farsi “contaggiare” da stimoli diversi quanto sono diversi i partecipanti, i conduttori e le tipologie delle esperienze proposte. Orientati verso la giocosità e il lavoro attraverso il gioco e la creatività.
A poco a poco il cambiamento avverrà e la tua apertura sarà sempre più ampia.
Se ci saranno particolari questioni difficili da sciogliere, puoi sempre farti affiancare da un coach, psicologo, psicoterapeuta, counsellor o altri tipi di professionisti che ti possono accompagnare a superare uno scoglio.
Ce la puoi fare, e la ricompensa di una relazione soddisfacente sarà il premio dello sforzo che compirai.
Un abbraccio!
Ciao dopo varie delusioni , finalmente ho trovato un patner…ma iniziano ad avere ansie.ed ammetto ci sono un po di intoppi da parte sua, (premetto lui è vedovo da solo due anni) vorrei che questa storia andasse per il verso giusto finalmente,ma lui è gia stato sposato..e dice che non ne vuole sapere.mentre io vorrei sposarmi …..sono io che sto emanando un segnale di paura sul matrimonio per caso ? Grazie
Cara Debora,
Sia voler affrettare che voler rallentare/rifuggire qualcosa sono segnali di paura, quindi la state provando entrambi, ciascuno per i propri motivi, legati al passato o al futuro. Ma la relazione si può costruire solo nel presente. Concentratevi a godere del tempo insieme, perché è questo il senso dello stare con qualcuno; dopo tutto, la decisione di sposarsi semmai arriva dopo aver sperimentato di stare bene insieme. Avete avuto entrambi il coraggio di entrare in una relazione, nonostante le delusioni e il dolore della perdita, e questo è già di per sé il segno che siete sulla buona strada (molte persone neanche ci provano più). Ora vi spetta lavorare sulle rispettive ferite del passato: lui probabilmente non ha ancora elaborato il lutto (e dentro ci possono essere tante cose) e tu le tue delusioni (ed anche qui dentro possono esserci tante svariate cose). Questo richiede impegno, certo, ma se vogliamo che la storia vada per il verso giusto – almeno provarci a farla andare – bisogna impegnarsi e fare qualcosa di diverso da quello finora fatto in questo ambito.
Leggi i libri/articoli sull’argomento amore e relazioni, lutto, paure, frequenta i corsi o workshop sull’argomento o anche sull’autostima in generale (in entrambi c’è comunque un abbassamento dell’autostima legato alle esperienze precedenti); dal lavoro su se stessi scaturisce il miglioramento anche nell’ambito relazionale.
Un abbraccio!