ottimismo in gravidanzaNel post del 23 novembre scorso abbiamo parlato della costruzione dell’atteggiamento ottimista nei bambini, e siccome “una ciliegia tira l’altra” (grazie anche al commento dei lettori), oggi parliamo dell’importanza del periodo prima della nascita. L’esperienza della genitorialità è una delle più intense, e comincia già dalla gravidanza, ovvero dalla gestazione. Non si tratta solo di gestazione del futuro bambino, ma anche dei futuri genitori. L’occasione è ottima per sfruttarla come un’opportunità di miglioramento personale e di apprendimento delle nuove strategie per affrontare la vita. A livello intuitivo tutti avvertiamo la potenza trasformativa di quel periodo particolare, e ci sentiamo in qualche modo responsabilizzati verso la nuova vita in arrivo (la frase “Che cosa lascerò a mio figlio?” comincia a ronzarci per la testa).

La parola stessa, gestazione, ci suggerisce il significato di quest’esperienza: proviene dal latino («il portare, il farsi portare»), e in senso figurato è descritta come «processo di elaborazione, di formazione e maturazione di qualcosa». Visto che conosciamo i benefici dell’atteggiamento ottimista, e sappiamo anche che “chi ben comincia sta a metà dell’opera”, vediamo in che modo possiamo aiutare il nostro futuro figlio a cominciare bene la sua avventura dal momento della nascita!

1. Accettate la gravidanza e i cambiamenti che comporta. Vale per entrambi i genitori, ma certamente è molto più importante per la mamma. L’accettazione della gravidanza è l’approvazione incondizionata dell’esistenza del nuovo individuo, che costruisce una solida fiducia di base. È come dire: “Ti voglio bene perché esisti”. Numerose ricerche scientifiche hanno dimostrato che già dai primissimi istanti dal concepimento si instaura un’intensa comunicazione tra il pre-embrione e la sua mamma (a livello ormonale e psicologico), che man mano come procede la crescita (passando all’embrione e poi al feto) diventa sempre più ricca, articolata e include anche l’ambiente circostante. Più precoci sono i messaggi ricevuti nella nostra esistenza, più forte influsso hanno su di noi.

2. Sviluppate la flessibilità. Diventare genitori scatena una rivoluzione nella vita, e, come in tutte le rivoluzioni, gli imprevisti sono all’ordine del giorno. Le priorità vengono messe in discussione. Specialmente nei ritmi di vita odierni, cadenzati da molti impegni, la vita spesso assomiglia a una tabella di marcia da rispettare con rigore. Alcune persone più delle altre hanno per l’abitudine uno schema di vita abbastanza rigido. In caso in cui non ci alleniamo a rompere gli schemi, l’impatto con l’arrivo del bambino potrebbe scatenare una “lotta” tra voi e il piccolo, controproducente per il tipo di messaggio che ne può derivare dalla vostra frustrazione (“Tu non sei benvenuto qui!”). L’atteggiamento ottimista in sé presuppone la flessibilità e l’apertura verso gli imprevisti (che non si temono, ma si ha fiducia di poter affrontare). Cominciamo quindi a formarlo in noi (se ne percepiamo la carenza), per poterlo trasferire al figlio. Ricordiamoci che l’apprendimento avviene non tanto per parole, ma per l’osservazione del comportamento.

3. Ascoltate la musica rilassante o rallegrante. Aiuta a ridurre immediatamente i livelli di stress e alza il livello di vibrazioni (tipico dello stato d’animo ottimista). Lo stress prolungato in gravidanza, lo dice il buon senso ma anche le numerose prove scientifiche, si riflette  sul nascituro: l’esposizione del feto ad un alto livello di cortisolo (l’ormone dello stress) incide sullo sviluppo cognitivo e neurologico del bambino. Dagli studi è emerso che i figli di madri con alti livelli di cortisolo mostrano numerosi problemi: poco attaccamento al genitore (rapporto insicuro), minori livelli di attenzione, difficoltà di linguaggio e di risoluzione dei problemi (pensata a quanto questo rende più difficile acquisire la padronanza di cui abbiamo parlato!) – mentre i bambini con un rapporto solido e sicuro, anche nel caso di un’alta esposizione prenatale al cortisolo, non presentano problemi di sviluppo cognitivo. L’inizio del legame tra la madre e il figlio è un fattore fondamentali che influenza lo sviluppo neurologico e cognitivo del bambino nella sua vita. Il deficit dei bimbi più “stressati” è reversibile, ma solo se la madre instaura un legame forte con il bambino fin dai primi giorni della nascita. Prevenire è meglio che curare, dice un vecchio proverbio…

4. Coltivate l’abilità di percepire selettivamente gli avvenimenti positivi. La gravidanza è spesso costellata da molte incognite, ed è facile farsi prendere dall’ansia. I ricercatori di Columbia University hanno dimostrato che con il DNA non si trasmettono solo tratti somatici e altre caratteristiche fisiche, ma le alterazioni nei stili di vita accumulate nella vita dei genitori (perfino precedentemente al concepimento). Lo stile di vita dei genitori può modellare lo sviluppo del feto e del neonato. Dalle ricerche emerge che lo stato di salute peggiore mostrano i bambini con mamme cronicamente arrabbiate o che soffocavano i propri sentimenti. Ricordatevi che la qualità dei vostri pensieri si riflette sul bambino. Siamo noi a scegliere su quali delle tante informazioni con cui entriamo in contatto quotidianamente, focalizzare la nostra attenzione, quale occasione è migliore per cominciare a sviluppare un’attenzione selettiva a percepire gli avvenimenti positivi? Allora cominciamo già da subito con il piccolo rituale prima di addormentarsi (che continueremo poi con il bambino, quando sarà più grande): pensiamo ad almeno tre cose belle successe in giornata.

5. Affrontate la questione del rapporto con i vostri genitori. Perdonate gli errori e siate grati per quel che avete ricevuto. Soltanto l’assenza di rancore vi renderà liberi di costruire un vostro stile di genitorialità, e la gratitudine vi renderà aperti a guardare con entusiasmo e ottimismo alla vostra personale esperienza dell’essere genitore. Ricordatevi: più ottimisti siate voi, più facilmente lo diventerà vostro figlio.

6. State attenti alle vostre parole. Il senso dell’udito è già maturo a partire dalla 21°/22° settimana di gestazione. Il feto ascolta i suoni “interni” (il battito cardiaco della madre e il flusso sanguigno), ma percepisce anche i suoni che provengono dall’esterno: la voce della mamma e del papà prima di tutto, ed è molto attento a quel che succede. Ora, non voglio farvi sentire di avere un “Grande Fratello” che vi “controlla” (qualcuno ricorderà lo slogan del romanzo “1984” di Orwell: “Il Grande Fratello vi guarda”), ma fate conto che più spesso il vostro figlio vi sente pronunciare un certo tipo di frasi, più probabile è che le “assorbirà” e farà sue. Quindi, attenzione anche all’autocritica eccessiva! Se dite spesso a se stessi “Sono un disastro! Non so fare niente!”, è come se lo diceste un po’ anche al feto (lui non distingue la differenza tra voi e sé). Dire “Ho sbagliato, ma la prossima volta farò meglio!” o “Ce la posso fare!”  sono le frasi che commentano lo stesso evento in modo positivo. Migliorare il vostro rapporto con se stessi è nell’interesse del vostro figlio, oltre che nel vostro!

E tu, cosa ne pensi di quest’apprendimento precoce? Dimmelo nei commenti dopo aver visto questo video!